venerdì 28 novembre 2008

Di occhi sgranati, pillole blu, poesie tedesche e pistole rosa

C'è una habitué del salottino del mio amico che da qualche tempo ha un po' diradato le sue visite private. La prima volta che ci fece visita fui convinto che la mia glabra nudità l'avesse scandalizzata tremendamente, perché mi guardò con tali occhi sgranati che nemmeno una gatta con cuccioli attorniata da lupi affamati sa spalancare. Quando però il mio coinquilino andò nella stanza vicina a prepararle un drink, la signora si distese in uno sguardo normale, per poi riprendere prontamente l'espressione terrorizzata di prima al ritorno di lui. Questa strana dinamica oculare m'incuriosì. Che fosse il mio compagno a farle questo strano effetto? La tenni sotto osservazione per un po' nelle sue apparizioni domestiche e mediatiche, fino a giungere alla conclusione che la trasformazione dei suoi occhi in fanali è da mettere in relazione alla presenza di individui maschi della sola specie homo sapiens o di una telecamera.

Invece la signora inquietò me per davvero. Quando è in sua presenza, il mio amico viene preso da un enorme turbamento. I nostri canali telepatici vengono investiti da una tempesta di rumore, la sua mente semplice diventa per me illeggibile (sospetto diventi tale anche per lui), mentre il controllo dei suoi movimenti, per quanto mi sia ancora possibile, diventa troppo rischioso: sarebbe come per un essere umano guidare una macchina bendato. All'inizio pensavo che forse quelle pillole blu che il mio amico si ingolla a decine prima di ogni visita della signora c'entrassero qualcosa. Poi ho notato che lo stesso effetto lo assale anche quando costei gli piomba in casa inattesa, prima che il rito delle pillole abbia luogo.

In quei momenti di disorientamento cerebrale del mio amico interrompo ogni contatto telepatico e mi limito a guardare. Mi piace guardare gli umani: è istruttivo. Tanto più che, al di là della telepatia, ai gatti viene concessa una libertà di accesso alla più privata delle situazioni umane che è comune solo ai soprammobili. Ma a maggior ragione un gatto discreto come me, per di più conscio del ruolo importante del suo coinquilino, deve prestare attenzione a non rivelare fatti che potrebbero danneggiare la sua casa. Il problema è che la morale umana è talvolta misteriosa e impone di tacere su comportamenti naturali per una coppia di individui della stessa specie e di sesso opposto. Nell'imbarazzo di non saper giudicare cosa convenga o non convenga dire, userò allora un linguaggio traslato che mi risulta confarsi alla morale umana e dirò che abitualmente i due sospirano ad alta voce delle poesie di Rilke e discutono con passione sulla teodicea contemporanea.

Detto questo, voglio accennare a una trovata della signora, che lei ha definito la "pistola rosa". Si tratta di un aggeggio da dare in dotazione a femmine umane a rischio di corteggiamenti da parte di maschi aggressivi e che consentirebbe una castrazione chimica immediata del maschio al premere di un grilletto. Mentre qualche giorno addietro la signora stava illustrando la sua idea, ne ha tirato fuori un prototipo dalla borsetta e il mio amico si è arrampicato sul lampadario. Allora la signora, tenendo gli occhi sempre ben spalancati, ha rassicurato il mio compagno che il prototipo non funziona. Al che lui è sceso dal lampadario e ha detto: "Bene bene, allora facciamo subito una simulazione d'uso", e si sono rimessi a leggere Rilke con più trasporto del solito.

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