Se fosse un gatto, il Villari sarebbe uno di quei sornioni castrati capaci d'infilzare con le unghie e fare le fusa contemporaneamente, un mangiacroccantini civilizzato che usa il suo istinto solo per accontentare l'umano più potente che c'è intorno; capace persino di pensare all'uomo in termini di "padrone". Roba da cani.
Frida, da anima idealista qual è, s'interroga nella cat chat room sullo stato di salute mentale di questo personaggio, che si è fatto sbattere fuori dal PD dopo una settimana di tergiversamenti veltroniani e ora ha ricevuto l'invito a dimettersi, nell'ordine, da: Fini (presidente della Camera), Schifani (presidente del Senato), Casini (presidente dell'associazione ex-presidenti della Camera). Siccome dietro ogni anima pura di sinistra c'è sempre una crocerossina, Frida si dispera ora a cercare di contattare il gatto di Villari - sempre ne abbia uno, cosa che non credo - per verificare la condizione psichica dell'uomo, che si trova impegnato come Don Chisciotte a combattere contro i mulini a vento, abbandonato da tutti e amico di nessuno. Frida, amore di naiveté, blauäugige Liebe, ti posso rassicurare: è tutto sotto controllo. Villari doveva solo tirare avanti qualche giorno in più per far fare a Veltroni la figura del pirla. Adesso può dimettersi e ti posso assicurare che il mio compagno è generoso d'animo verso chi gli usa cortesie.
Chi piacerebbe invece rintracciare a me è Cesare, il gatto di Veltroni, che da tempo è sparito dalla cat chat e non risponde più nemmeno alle email. Basta solo che non ricompaia un giorno con la bella scusa che anche internet è controllato dal potere come tv e giornali.
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